Erhalten Sie Zugang zu diesem und mehr als 300000 Büchern ab EUR 5,99 monatlich.
Mummie polverose e lenticchie sopraffine, arcigni guerrieri templari e statue che hanno cambiato sesso, costole di crudeli draghi e gelati eccezionali. Nella regione più verde d'Italia, patria di San Francesco, del buon vivere e del cioccolato, si nascondono scoperte saporite, passeggiate e silenziosi eremi.. Tutti da scoprire, seguendo senza fretta le tortuose strade secondarie, i sentieri e le ferrovie minori di una regione dove cultura, fede, storia e tradizioni convivono e si mescolano da sempre. O magari sedendo nelle comode poltrone del teatro più piccolo del mondo, scendendo con cautela in cisterne dimenticate da secoli o scoprendo le tracce dell'ultimo glorioso elefante di Annibale. Staubige Mumien und grimmige Krieger, Statuen, die das Geschlecht ändern, Drachen und sensationelles Eis – Italiens grünste Region hat viel zu bieten. Entdecken Sie die geheimen Orte einer Gegend, in der Kultur, Glaube, Geschichte und Tradition nebeneinander bestehen und sich vermischen. Nehmen Sie Platz in einem gemütlichen Sessel im kleinsten Theater der Welt, steigen Sie in eine Zisterne hinab, die seit Jahrhunderten vergessen wurde, und entdecken Sie die Spuren des letzten Elefanten Hannibals.
Sie lesen das E-Book in den Legimi-Apps auf:
Seitenzahl: 261
Das E-Book (TTS) können Sie hören im Abo „Legimi Premium” in Legimi-Apps auf:
111 luoghi dell’Umbria che devi proprio scoprire
Fabrizio Ardito
emons: Verlag
© Emons Verlag GmbH // 2016 Tutti i diritti riservati Testi/Testo: Fabrizio Ardito Fotografie: © Fabrizio Ardito eccetto: »Monte Cucco« © Alessandro De Rossi; »Parco di Colfiorito« © Alfiero Pepponi; »L’abbazia di Sant’Eutizio«, »La statua della fontana« © Fabrizio Ardito su gentile concessionedella Galleria Nazionale dell’Umbria Progetto grafico: Emons Verlag Informazioni di base sulle mappe: Openstreetmap, © Openstreet Map-participants, ODbL ISBN 978-3-96041-151-2 Questo ebook è basato sull’edizione italiana pubblicata da Emons Verlag
Scopri altri luoghi interessanti sul sito www.emonsedizioni.it
Premessa
1_Villa Cahen | AlleronaLa dimora nella foresta
2_Palazzo Venturelli | AmeliaRitrovamenti sotterranei
3_L’abbazia di S. Benedetto al Subasio | AssisiI pesci di san Francesco
4_Domus di Properzio | AssisiAffreschi romani per un giardino del passato
5_Eremo delle Carceri | AssisiL’albero più antico
6_Nun Spa | AssisiNuotando nel teatro
7_Il sepolcro di Giovanni di Brienne | AssisiDalla Terrasanta ad Assisi
8_La Via di Francesco | AssisiIl Cammino di Santiago dell’Umbria
9_Foresta fossile di Dunarobba | Avigliano UmbroViaggi nel tempo
10_Il teatro romano | BevagnaMagie satellitari
11_Teatro Torti | BevagnaL’opera di ghisa
12_Eremo di San Pietro in Vigneto | BiscinaLo spirito dell’Oriente
13_Fonti del Clitunno | Campello sul ClitunnoLa sorgente dei poeti
14_Collegiata di Santa Maria | CasciaI leoni gemelli
15_L’abbazia dei Santi Felice e Mauro | Castel San FeliceDue santi, una nutrice, un tesoro
16_La piana di Castelluccio | Castelluccio di NorciaNella valle delle fate
17_Il lago di Pilato | Castelluccio di NorciaSulla riva dei Sabba
18_La fagiolina del Trasimeno | Castiglione del LagoIl legume degli etruschi
19_Area archeologica di Carsulae | CesiStonehenge sulla via Flaminia?
20_Il croco di Pietro Perugino | Città della PieveColor zafferano
21_Giardino dei Lauri | Città della PieveLa fabbrica della modernità
22_I sotterranei della Corgna | Città della PieveUn mistero in cantina
23_Abbazia di Petroia | Città di CastelloLe perfide sirene del Medioevo
24_Il mazzafegato | Città di CastelloUn salume per intenditori
25_La Pinacoteca comunale | Città di CastelloIl fantasma di Laura
26_Il reliquiario di San Crescenziano | Città di CastelloLa leggenda del drago
27_Il Torrione | Città di CastelloSotto il giardino
28_La roveja | Civita di CasciaI semi del passato
29_Museo Ovo Pinto | Civitella del LagoÈ Pasqua, prendete i pennelli
30_Le patate rosse | ColfioritoGnocchi di montagna
31_Parco di Colfiorito | ColfioritoUna palude in mezzo ai monti
32_Il museo della ceramica | DerutaUna fortunata scoperta
33_La cripta di Santo Stefano | FerentilloIl mistero delle mummie
34_La Calamita Cosmica | FolignoUn enorme scheletro alieno
35_Palazzo Trinci | FolignoAffreschi ed esametri
36_Via dei Molini | FolignoSeguendo l ’acqua tra le case
37_La fontana del Bargello | GubbioCome diventare uno dei matti
38_Cascata delle Marmore | MarmoreUn belvedere molto umido
39_Catacombe di Villa San Faustino | Massa MartanaMisteri da svelare
40_Teatro della Concordia | Monte Castello di VibioMinuscole armonie
41_Cantine Tabarrini | MontefalcoUna dolcezza di vino
42_Convento di S. Fortunato | MontefalcoBenozzo Gozzoli e la Terrasanta
43_La Scarzuola | MontegioveLa città ideale di Tomaso Buzzi
44_Eremo di Santa Cecilia | MontelovescoLa beata dei bambini
45_Convento di San Francesco | MontelucoIl silenzio dell ’eremo
46_Ponte Cardona | NarniIl centro dell ’Italia
47_Il Sacro Speco | NarniL ’eremo del vino
48_I sotterranei di San Domenico | NarniSulle tracce del condannato
49_Le marcite | NorciaDove l ’erba è sempre verde
50_Moscatelli tartufi | NorciaNorcini da generazioni
51_Bottega Michelangeli | OrvietoUno zoo di legno povero
52_La chiesa di San Domenico | OrvietoUna dea divenuta madonna
53_La funicolare | OrvietoUn tramvia ad acqua
54_Gelateria Pasqualetti | OrvietoVengono quaggiù fin dalla 5th Avenue
55_Grotta dei tronchi fossili | OrvietoForeste preistoriche
56_Antiquarium | OtricoliUn peso sbagliato
57_Eremo di Santa Maria Giacobbe | PaleIl mito del Santo Graal
58_Il presepe permanente | Penna in TeverinaCapolavori in miniatura
59_La cappella del Sant ’Anello | PerugiaUna fede, quattordici chiavi
60_Cioccolato Augusta Perusia | PerugiaEsperimenti dolcissimi
61_Galleria nazionale dell ’Umbria | PerugiaLa fontana scomparsa
62_Ipogeo dei Volumni | PerugiaLa casa dei morti
63_Laboratorio Giuditta Brozzetti | PerugiaI telai delle donne
64_Minimetrò | PerugiaIl metrò più piccolo del mondo
65_Oratorio dei Disciplinati | PerugiaI segreti della confraternita
66_Pasticceria Sandri | PerugiaDall ’Engadina a corso Vannucci
67_Pozzo etrusco | PerugiaVentritré secoli di storia
68_San Bevignate | PerugiaI cavalieri del Tempio
69_San Costanzo | PerugiaUn santo e un occhiolino
70_I sotterranei della cattedrale | PerugiaA spasso nell ’Etruria
71_Spezieria Bavicchi | PerugiaIl paradiso degli odori
72_Studio Moretti Caselli | PerugiaL ’arte della luce e della trasparenza
73_Il fiume Nera | PiedilucoDelizie d ’acqua dolce
74_Il museo del vetro | PiegaroL ’arte dei soffiatori
75_Pieve de ’ Saddi | PietralungaUn albergue de peregrinos in Umbria
76_L ’abbazia di Sant ’Eutizio | PreciPreghiere e bisturi
77_Museo della pesca del lago Trasimeno | San FelicianoDall ’alba al tramonto
78_Fondazione Archeologia Arborea | San Lorenzo di LerchiGli alberi del passato
79_La Sella di San Venanzo | San VenanzoUn salume a marchio registrato
80_Il museo della canapa | Sant ’Anatolia di NarcoUna pianta che viene da lontano
81_Pieve di San Paterniano | SellanoInvece dell ’ortopedico
82_Monte Cucco | SigilloVia col Vento
83_Solomeo | SolomeoIl borgo del cachemire
84_L ’acquedotto romano | SpelloPasseggiata con vista
85_Molino Buccilli | SpelloLa farina dei nonni
86_L ’anfiteatro romano | SpoletoLuci e ombre
87_La chiesa di San Pietro | SpoletoLa pesatura delle anime
88_Ponte delle Torri | SpoletoFantasmi ad alta quota
89_Ex ferrovia Spoleto-Norcia | SpoletoPasseggiando in bicicletta
90_Forno Martinelli | StretturaIl migliore pane dell ’Umbria
91_Azienda Madonna del Latte | SuganoIn cantina con gli etruschi
92_Ferrovia Centrale Umbra | TerniSferragliando attraverso l ’Umbria
93_Pasticceria Pazzaglia | TerniIl più antico autogrill della Flaminia
94_La pressa idraulica dell ’Acciaieria | Terni12.000 tonnellate di monumento
95_La Resurrezione | TerniLa salvezza è per tutti!
96_Il rifugio antiaereo di via Carrara | TerniAttese silenziose
97_L ’abside della cattedrale | TodiIl regolo e gli altri mostri
98_Caseificio Montecristo | TodiAssaggiando le prove d ’esame
99_Le cisterne romane | TodiSotto i piedi, la storia
100_Gole del Forello | TodiIl Gran Canyon del Tevere
101_Museo Lapidario | TodiIl quadrato del mistero
102_Ristorante Umbria | TodiCelebrità e panorama
103_Il museo del vino | TorgianoSimposi del passato
104_La chiesa di Pietrarossa | TreviAcque miracolose e cura per l ’infertilità
105_Museo della Civiltà dell ’olivo | Trevi”Solo, sasso, sole, stabbio e scure”
106_San Pietro a Pettine | TreviA caccia di tartufi
107_Campo del Sole | TuoroI menhir sul lago
108_Il campo di battaglia | TuoroRomani vs Cartaginesi
109_Isola Maggiore | TuoroSanti e merletti
110_La Deposizione | UmbertideLa leggenda della Croce
111_Studio d ’arte Marino Moretti | Viceno/OrvietoCeramiche del Medioevo
Galleria
Cartine
Tra le regioni italiane, l’Umbria è quella che – a parte il mare – conservanel suo territorio la più grande varietà di paesaggi, ambienti epanorami. Piccola, ma mai banale, la regione scende dalla neve dellevette dell’Appennino fino alle coste del lago Trasimeno, s’inerpicasu colli coperti d’ulivi argentati e foreste oscure e sembra riposaredavanti allo scorrere dei suoi fiumi. Un compendio del centro dellaBella Italia, dunque, e di tutte le sue qualità: il buon vivere e i capolavoridel passato, i ritmi lenti e l’arte di tutelare un paesaggio segnatoda millenni di presenza umana.
Il passato si tocca con mano nelle sue città, Perugia e Orvieto,Terni, Todi e Foligno, ma la regione è ancora segnata dalla presenzadi un gran numero di cittadine e di grandi borghi ricchi di attrattivee fascino che, come nell’antica Italia dei Comuni, conservano conorgoglio le loro tradizioni e particolarità storiche (e gastronomiche).
Attorno alle mura merlate e alle basiliche del passato, la naturadell’Umbria domina ancora oggi il paesaggio, con parchi e riserve(da Monte Cucco al fiume Nera, da Colfiorito ai monti Sibillini) eun’attenzione sempre maggiore verso chi ama le attività all’aria aperta.Non a caso, strettamente legata all’Umbria è la figura di san Francesco,la cui predicazione fu segnata dal rispetto della Madre Naturache ci circonda.
Viaggiare in Umbria, quindi, è spesso fonte di meraviglia e sorprese,in ogni stagione: mummie polverose e lenticchie sopraffine,costole di crudeli draghi e gelati eccezionali sono a portata di mano.Decine sono i luoghi, i musei e gli artigiani da scoprire, seguendosenza fretta le tortuose strade secondarie, i sentieri e le ferrovie minoridi una regione dove cultura, fede, storia e tradizioni convivono esi mescolano da sempre. O magari sedendo nelle comode poltronedel teatro più piccolo del mondo, scendendo con cautela in cisternedimenticate da secoli o provando a seguire le tracce dell’ultimo gloriosoelefante di Annibale, sulle rive del lago Trasimeno.
La dimora nella foresta
avanti
Tra gli alberi, i crinali boscosi e il serpeggiante corso del fiume Paglia si cela una sorpresa. La Villa della Selva – o Villa Cahen, come viene chiamata in ricordo del suo proprietario – nacque attorno al 1880 quando un ricco finanziere di Anversa, dopo aver acquistato un’enorme area dei boschi della Selva di Meana che si spingono al confine con il Lazio e aver ricostruito un castello nella vicina località di Torre Alfina, decise che era venuto il momento di fondare una residenza degna del suo nome.
La costruzione, che si trova al centro di un ampio parco, è un esempio di stile liberty, all’epoca l’architettura che meglio rappresentava l’indole e le aspirazioni della nobiltà e della borghesia del neonato Stato italiano. Tra piante monumentali e viali alberati, pochi passi conducono a una porzione del giardino ispirata al Giappone, con cascatelle e piccoli ponti che, anche se un po’ malandati, ancora rendono l’idea del loro aspetto originale. Dal belvedere della serra, che sorge a fianco del corpo centrale dell’edificio, il panorama sulla vallata è ampio e verdeggiante e in lontananza, ben riconoscibile nelle giornate terse, la sagoma della rupe di Orvieto chiude l’orizzonte a meridione.
Info
Indirizzo Selva di Meana, 05011 Allerona, tel. 075879091 | Guida Dal borgo di Allerona, seguire la SP 50 in direzione del Parco di Villalba. Si supera un cartello in legno sulla sinistra che indica la Selva di Meana e poi si lascia la provinciale sulla sinistra. La strada diviene sterrata e porta a un secondo bivio che, dopo circa 3 km, va seguito sulla sinistra (indicazione per Villa Cahen) | Orari Il parco e i giardini sono aperti tutti i giorni dall’alba al tramonto | Un suggerimento A pochi chilometri di distanza dalla villa si trova l’area del Parco di Villalba (dove è aperto nella buona stagione un punto di ristoro,www.parcodivillalba.it.) che offre ai suoi visitatori un anello escursionistico di durata simile al confine tra Lazio, Toscana e Umbria.
Alla morte di Edouard Cahen, la dimora passò al figlio Ugo che, per poter raggiungere agevolmente il fratello che risiedeva a Torre Alfina (si dice che i due comunicassero con un sistema di specchi), fece costruire una strada che scendeva nella valle sottostante, superava il Paglia su un ponte di ferro e risaliva sul versante opposto.
Attorno alla villa, la passeggiata più conosciuta della zona (che fa parte dell’area protetta dello STINA) è quella dell’anello della Selva di Meana che, in circa cinque ore e quasi 13 chilometri di cammino, parte dall’abbazia di Meana per raggiungere poi la villa e da qui scende verso Allerona per chiudere così il cerchio. Esiste anche una variante più corta (e segnalata) del sentiero che prende il nome di anello di Villa Cahen.
Nei dintorni
Studio d ’arte Marino Moretti (8.48 km)
Azienda Madonna del Latte (13.38 km)
Bottega Michelangeli (15.44 km)
La chiesa di San Domenico (15.5 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Ritrovamenti sotterranei
indietro
avanti
Città antichissima, prima umbra e poi romana, Amelia conserva un’atmosfera particolare, piacevolmente tranquilla e fuori dal mondo, e molti segreti.
Superate le lunghe mura ciclopiche e raggiunto il palazzo del Comune, si scopre che il grande vuoto di una cisterna romana riposa in silenzio sotto piazza Matteotti. Ma le meraviglie sotterranee del centro storico non finiscono certo qui: scendendo verso valle, il nome di via Civitavecchia fa capire immediatamente che ci troviamo nella parte più antica del borgo.
Info
Indirizzo Via Pomponia 30, 05022 Amelia, tel. 0744983809, 3468150292, www.palazzoventurelli.com | Orari Visita su richiesta | Un suggerimento Al di sotto della vicina piazza Matteotti si trovano gli ambienti di dieci imponenti cisterne romane, aperte in inverno il sabato, la domenica e i festivi, in estate anche giovedì e venerdì. Per informazioni www.sistemamuseo.it, 0744978436.
Tra gli edifici che si allineano lungo la strada che portava verso il mercato cittadino e la Porta del Sole, Palazzo Venturelli, che nacque nel Rinascimento dall’unione di una serie di strutture preesistenti, venne costruito sui resti di una domus romana. La strada parallela si chiama via Pomponia (probabilmente deve il suo nome a una nobile famiglia romana che qui risiedeva) e da questa si accede al complesso del palazzo, ma gli ingressi delle cantine che utilizzano le strutture più antiche si trovano sulla via Civitavecchia, più in basso di un piano. Pochi passi in discesa, lungo la scala che conduce nei sotterranei, ci svelano un ambiente ampio e umido, rischiarato dal bianco e dagli intarsi di un eccezionale mosaico del II secolo d.C. riportato alla luce per caso, durante gli interventi di sgombero dalle botti e dai detriti accumulati nel corso dei decenni.
Dalla forma dell’ambiente e dal disegno del mosaico, gli archeologi che hanno studiato questo ritrovamento hanno dedotto che doveva trattarsi della pavimentazione di un atrio scoperto o di un tipico cortile, com’era nello stile delle sontuose dimore dell’aristocrazia romana. E la gens Pomponia, che si celebrava come discendente dal figlio del mitico re Numa Pompilio, faceva parte di diritto della più antica ed esclusiva nobiltà di Roma.
Oggi il palazzo è sede di una elegante residenza d’epoca e nelle sue cantine ospita un museo dedicato al vino e ai mosaici.
Nei dintorni
Il presepe permanente (8.58 km)
I sotterranei di San Domenico (8.92 km)
Ponte Cardona (11.81 km)
Foresta fossile di Dunarobba (13.1 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
I pesci di san Francesco
indietro
avanti
Assisi non sarebbe quella che è senza la mole verdeggiante del Monte Subasio, che la sovrasta da sud. Il massiccio, che al di sopra delle sue foreste culmina in un brullo altopiano di pascoli, è sempre stato un luogo di profonda spiritualità, ambiente ideale per piccole comunità di monaci in cerca di silenzio e raccoglimento.
A pochi chilometri dal centro cittadino, l’abbazia di San Benedetto al Subasio fu fondata prima del fatidico anno Mille e domina dall’alto con una splendida vista la Valle Umbra. Davanti ai cancelli dell’abbazia giunse nel 1210 san Francesco accompagnato dai suoi fraticelli per chiedere all’abate (Maccabeo o Teobaldo, non lo sappiamo con certezza) la concessione della piccola cappella diroccata della Porziuncola, oggi custodita come una reliquia nella grandiosa basilica di Santa Maria degli Angeli. I primi francescani avevano infatti bisogno di una chiesetta da restaurare e da far divenire il centro della loro predicazione, e offrirono al rettore un cesto di pesce fresco delle acque gelide del Chiascio. La consegna di questo povero dono si sarebbe rinnovata per secoli, fino all’abbandono di San Benedetto, reso ancor più definitivo dagli effetti del terremoto che, nel 1997, ha di colpo seccato la sorgente dell’abbazia.
Info
Indirizzo Via di San Benedetto, 06081 Assisi, Fraternità di Bose, Convento di San Masseo (tel. 0758155261, www.monasterodibose.it) | Guida Da piazza Matteotti, seguire via di San Benedetto poi, sulla destra, via Giovanni XXIII che diviene via della Cooperazione, poi di nuovo a sinistra seguire via di San Benedetto fino a giungere davanti all’abbazia (circa 5,5 km) | Orari Su appuntamento | Un suggerimento Il Parco del Subasio merita certamente un’escursione. Per raggiungere le zone più alte della montagna si può seguire la strada che da Assisi, raggiunto l’eremo delle Carceri, sale verso la vetta per poi scendere nuovamente in direzione di Spello.
Nel complesso, ben restaurato dopo il sisma, si ammirano due ambienti d’eccezione: la cripta triastila (retta da tre colonne) e la più ampia cripta cruciforme, su cui veglia la lapide di uno degli antichi abati del monastero. Di proprietà del convento di San Pietro di Assisi e data in affitto alla Fraternità di Bose che ha sede nel convento di San Masseo, San Benedetto può essere visitato in alcune occasioni speciali o su richiesta. Che ci abbia condotto fin qui un afflato mistico o uno slancio sportivo (l’abbazia si trova a mezza costa del monte, a 729 metri di altitudine), ogni scusa è buona per scoprire questo luogo perfettamente immerso nella natura selvaggia.
Nei dintorni
Eremo delle Carceri (1.72 km)
Nun Spa (3.66 km)
Domus di Properzio (3.95 km)
La Via di Francesco (4.8 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Affreschi romani per un giardino del passato
indietro
avanti
Assisi affascina moltitudini di visitatori con il suo sereno volto medievale, fatto di architetture spesso severe che sembrano scolpite nella pietra rosa del Monte Subasio. Ma pochi sanno che la città del santo patrono d’Italia ha una storia molto antica, e che già nell’epoca dei Cesari le ville dei nobili patrizi si affacciavano, con i loro giardini e portici, verso il dolce panorama della Valle Umbra.
Per scoprire uno degli angoli più suggestivi di questa Assisi arcaica, bisogna scendere delle strette scale che s’inoltrano nel buio al di sotto dell’abside della chiesa di Santa Maria Maggiore, che domina l’irregolare forma della piazza del Vescovado. Di colpo, alla nuda pietra lavorata dagli scalpellini medievali si sostituiscono i marmi rari che compongono i pavimenti di una ricca dimora che la tradizione ha attribuito a Properzio, uno dei più celebri poeti latini che proprio qui, ad Assisi, era nato qualche decennio prima di Cristo.
Info
Indirizzo Piazza del Vescovado, 06081 Assisi, tel. 199151123 (feriali tranne sabato) e 3291066722 (sabato e festivi) | Orari Su appuntamento | Un suggerimento Al di sotto della piazza del Comune, si può scendere a visitare l’antico Foro Romano (ingresso da via Portica 2), perfettamente conservato pochi metri più in basso dei lastricati della città di oggi.
Ma la sorpresa e l’ammirazione per i pavimenti di marmo pregiato e per gli intonaci dai colori vivi e squillanti diventa meraviglia quando si raggiunge l’ambiente che, secondo gli storici, era una parte del portico coperto della villa.
Gli archeologi ci spiegano che siamo giunti al viridarium, cioè alla riparata area del giardino in cui è facile immaginare il proprietario della casa, seduto a godersi il fresco nelle più calde giornate dell’estate. La parete, perfettamente conservata, è decorata da un reticolo di piccoli tralci verdi su cui spiccano dei delicati fiorellini rossi sui quali, a rendere con grande maestria l’impressione di una scena della vita quotidiana, posano decine di uccellini, ognuno differente dall’altro.
Per gli storici dell’arte, queste pareti possono essere considerate tra gli affreschi parietali più raffinati che siano stati portati alla luce a nord di Roma. Per noi profani, l’immagine di questo giardino perfetto di duemila anni fa è un salto a piedi pari nel passato, fino alle nobili origini della città.
Nei dintorni
Nun Spa (0.45 km)
La Via di Francesco (0.84 km)
Il sepolcro di Giovanni di Brienne (0.88 km)
Eremo delle Carceri (3.17 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
L’albero più antico
indietro
avanti
Se nella basilica dedicata a san Francesco dominano il brusìo dei fedeli e i colori brillanti delle opere dei grandi maestri, c’è un luogo a pochi passi dal centro di Assisi dove si respira il soffio della mistica francescana.
L’eremo delle Carceri si può raggiungere in auto, ma sarebbe meglio arrivarci a piedi, seguendo il sentiero a tratti erto che inizia subito al di fuori di Porta Perlici. Certo, bisogna mettere in conto un’oretta di cammino, tra le pietre e gli alberi delle prime pendici del Monte Subasio, ma questa passeggiata potrebbe rappresentare un’introduzione più che adatta a uno dei luoghi più solenni della leggenda del santo.
Info
Indirizzo Via Eremo delle Carceri, 06081 Assisi | Guida Da piazza Matteotti, passare sotto l’arco di Porta Cappuccina e seguire le indicazioni per via Eremo delle Carceri (SP 251). La strada è lunga circa 4 km | Orari Tutti i giorni 8:30-18:30 (19:30 in estate)
Una volta raggiunto il portone dell’eremo, che oggi mostra le forme che gli vennero date nel Quattrocento e che deve il suo nome all’isolamento in cui si ritiravano Francesco e i suoi confratelli, un breve tragitto porta all’edificio, rosa come solo le case fatte della pietra di questo monte possono essere.
Con un po’ di fortuna, il piccolo complesso accoglierà i suoi visitatori con il silenzio, altrimenti, in caso di chiassose scolaresche, basterà attendere qualche istante per ritrovarsi a percorrere, in solitudine, gli strettissimi corridoi e le scalette ripide che si appoggiano sulla roccia e conducono, una dopo l’altra, a superare le minuscole cellette dove vissero per lunghi soggiorni i primi discepoli del poverello di Assisi.
Al termine della costruzione, una balconata si affaccia su una piccola gola e in questa zona, davanti alle statue di bronzo di tre frati, un cartello ci avvisa che quello che vediamo è uno degli alberi più antichi del Subasio, che secondo i botanici potrebbe essere stato coetaneo di san Francesco. Smilzo e coriaceo, il tronco resiste da otto secoli al vento e alla neve, e sembra indicare la via e la perseveranza ai ben più prosperi alberi che coprono con una fitta ombra questo tratto delle passeggiate che partono dall’eremo.
Nei dintorni
L’abbazia di S. Benedetto al Subasio (1.72 km)
Nun Spa (2.76 km)
Domus di Properzio (3.17 km)
La Via di Francesco (3.94 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Nuotando nel teatro
indietro
avanti
Nei luoghi dove i nobili e i popolani dell’Assisi romana salivano per assistere agli spettacoli e alle gare, ora tutto è cambiato. Ai rumori delle corse sulla sabbia si è sostituito il gentile scorrere dell’acqua, mentre la bianca architettura di calcare dell’anfiteatro dell’inizio del I secolo d.C. è stata circondata e poi racchiusa da strutture medievali e dal moderno design di un complesso termale molto esclusivo.
Per raggiungere e ammirare questo antico monumento nella sua nuova veste, dal centro di Assisi una ripida salita supera la facciata della cattedrale dedicata a san Rufino e poi conduce al massiccio arco trecentesco di Porta Perlici. Poco oltre, dalla grande piazza Matteotti ricavata all’esterno delle mura, parte la bella via che, se percorsa per intero, arriva fino all’ eremo delle Carceri caro a Francesco e ai suoi fraticelli. Sullo slargo si affaccia l’ex monastero benedettino di Santa Caterina, fondato nel 1275 sui resti della costruzione romana distrutta da un violento terremoto, e passeggiando lungo la stretta via dell’Anfiteatro Romano al suo fianco si nota che le strutture medievali conservano un andamento curvo, che ricorda l’originaria forma ellittica del teatro.
Info
Indirizzo Via Eremo delle Carceri 1a, 06081 Assisi, tel. 0758155150, www.nunassisi.com | Guida Linea C dalla stazione ferroviaria a piazza Matteotti | Un suggerimento a pochi passi dall’ex anfiteatro, il Museo diocesano di San Rufino (piazza San Rufino, 3, tel. 075812712, www.assisimuseodiocesano.it) conserva una cripta del 1100 dove Francesco si ritirava spesso in preghiera insieme ai suoi compagni.
Il profondo restauro dell’antico complesso conventuale ha portato alla nascita del prestigioso Nun Assisi Relais & Spache, nella sua parte più bassa, offre la possibilità di entrare sotto alcuni dei grandiosi archi che sostenevano un tratto delle gradinate romane. In questo ambiente decisamente particolare è stato progettato e realizzato un sofisticato stabilimento termale con la sua piscina, dove è possibile seguire un percorso simile a quello che i Romani prediligevano, con i tre ambienti comunicanti del frigidarium, tepidarium e calidarium.
Un luogo completamente differente da quello delle origini, insomma. Ma forse anche ai membri del patriziato non sarebbe dispiaciuto di trovare, al posto del loro anfiteatro preferito, la quiete rilassante delle terme, che sono sempre state parte integrante della civiltà di Roma.
Nei dintorni
Domus di Properzio (0.45 km)
La Via di Francesco (1.19 km)
Il sepolcro di Giovanni di Brienne (1.24 km)
Eremo delle Carceri (2.76 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Dalla Terrasanta ad Assisi
indietro
avanti
Una vita avventurosa, costellata di battaglie, di viaggi attraverso l’Europa e il Mediterraneo, di incontri con re, crociati e sultani. Giovanni di Brienne, dopo un lungo periodo in cui – nonostante la sua abilità cavalleresca dimostrata in cento tornei – aveva avuto la tentazione di diventare un ecclesiastico, partì all’età di quarant’anni per l’avventura d’oltremare della Quarta crociata.
Il re Filippo II, che ne aveva ammirato le capacità militari e politiche, decise di dargli in moglie Maria di Monferrato, l’erede del titolo regale di Gerusalemme. Il loro fastoso matrimonio si celebrò a Tiro – poiché Gerusalemme era stata riconquistata dalle truppe di Saladino – e iniziò così la lunga storia orientale del cavaliere di Brienne. Che l’avrebbe portato a Santiago de Compostela e a sposare in terze nozze Berenguela, figlia di Alfonso IX di Castiglia, poi a Costantinopoli, giacché il potente imperatore Federico II aveva voluto per sé il titolo di re di Terrasanta. Sulle rive del Bosforo Giovanni divenne addirittura imperatore del regno franco, e combatté altre decine di battaglie contro i suoi vicini più agguerriti: l’imperatore di Nicea e il re di Bulgaria. Poi, giunto quasi al traguardo all’epoca impensabile degli 80 anni, morì a Costantinopoli per essere infine sepolto sotto alle maestose volte della basilica inferiore di Assisi, dove il suo monumento funebre, ornato dagli stemmi di Gerusalemme, si trova sulla parete di destra, entrando.
Info
Indirizzo Via di San Francesco, 06081 Assisi | Orari La Basilica di San Francesco di Assisi (www.sanfrancescoassisi.org) è aperta in inverno dalle 8:30 alle 18 (la basilica inferiore apre alle 6:30) e in estate dalle 8:30 alle 19 (la basilica inferiore apre alle 6) | Un suggerimento Su una traversa di via Portica, Il Menestrello (via di San Gregorio 1, tel. 075812746, www.ristorantepizzeriailmenestrello.it) è un piacevole ristorante (anche pizzeria) ricavato in un ampio ambiente antico, con resti di murature d’epoca romana.
Un lungo viaggio, quello dalle alture brulle che circondano la città tre volte santa ai colli verdi d’ulivi di Assisi. Un percorso che però testimonia la stima dei suoi contemporanei, dovuta forse anche alle sue liriche, scritte in volgare alla corte di Federico II e dedicate all’amor cortese. La più celebre (Donna, audite como) è giunta fino ai giorni nostri, e la sua lettura ci aiuta a immaginare la figura di questo guerriero, re, poeta e grande viaggiatore del Mediterraneo medievale.
Nei dintorni
La Via di Francesco (0.05 km)
Domus di Properzio (0.88 km)
Nun Spa (1.24 km)
Eremo delle Carceri (3.99 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Il Cammino di Santiago dell’Umbria
indietro
avanti
Poco meno di 500 chilometri attraverso l’Italia Centrale, suddivisi in 22 tappe e alcune varianti. Un percorso nato per collegare una serie di luoghi strettamente legati alla storia, alla vita e alla predicazione di Francesco, forse il santo più conosciuto e amato del mondo.
Dalla rupe della Verna in Toscana a Roma, il percorso di questo viaggio a piedi tocca Città di Castello, Pietralunga e Gubbio, Assisi, Trevi e Spoleto, Piediluco e Rieti. E sempre maggiore è il numero di peregrinos, italiani e stranieri, che s’incamminano per salire e scendere lungo le pendici dei colli dell’Umbria e per sostare nel silenzio di eremi e spettacolari foreste.
Info
Indirizzo Di fronte alla basilica papale di San Francesco d’Assisi, piazza Inferiore di San Francesco 2, 06081 Assisi tel. 075819001 | Guida Per conoscere le tappe della Via di Francesco: www.viadifrancesco.it, per la ricettività: www.viasanfrancesco.com | Un suggerimento Vale la pena di visitare Santa Maria degli Angeli per conoscere la grande basilica che, al suo interno, custodisce la piccola Porziuncola, l’antica cappella restaurata da Francesco e dai suoi discepoli.
Grazie al paziente lavoro svolto da enti pubblici e volontari in questi anni, la Via di Francesco non presenta difficoltà particolari né problemi di segnaletica o di approvvigionamento di viveri: basta un po’ di attenzione per riuscire a raggiungere tranquillamente, giorno dopo giorno, la meta prefissata. Anche in questo caso, come per gli altri pellegrinaggi più conosciuti, sui sentieri ispirati dai viaggi del santo di Assisi esiste la credenziale, cioè una specie di piccolo passaporto per il pellegrino che, dopo aver apposto i timbri in tutti i luoghi dove ha pernottato, ad Assisi oppure a Roma potrà ricevere dagli uffici ecclesiastici un attestato che testimoni la conclusione dell’avvenuto tragitto a piedi devotionis causa.
Della Via di Francesco si possono seguire l’intero percorso o solamente una parte, scegliendo quali sono le tappe che fanno per noi. Molti scelgono come meta Assisi, che nella sua basilica conserva il cuore della spiritualità francescana. Per via, si può dormire in ostello, agriturismo o in hotel. L’importante, come negli altri grandi cammini, è mettere in conto e accettare il ritmo lento del viaggio, godendo del paesaggio, dei profumi, dei sapori e degli incontri, e accettando anche la pioggia o il fatto che la fatica e qualche dolore sono, durante un’esperienza di questa portata, assolutamente inevitabili. Buen camino!
Nei dintorni
Il sepolcro di Giovanni di Brienne (0.05 km)
Domus di Properzio (0.84 km)
Nun Spa (1.19 km)
Eremo delle Carceri (3.94 km)
Vai alla mappa online
Vai all’inizio del capitolo
Viaggi nel tempo
indietro
avanti
Nella parte centrale dell’Umbria la tradizione della ceramica e della terracotta è molto antica. Prova ne sono da un lato le storiche opere dei ceramisti di Deruta e, dal punto di vista industriale, le imponenti fornaci della zona di Marsciano. Per ottenere la materia prima per delle produzioni così su larga scala, è chiaro che le cave di argilla siano sempre state una parte importante del paesaggio industriale. E il lavoro di scavo, talvolta, ha portato a delle grandi sorprese.
Nel corso degli anni Settanta, in una cava a cielo aperto non lontano dal paese di Dunarobba, tra l’argilla hanno iniziato a fare capolino delle sagome scure che hanno attratto l’attenzione dei geologi. Non c’è voluto molto per capire che si era giunti al livello di un bosco di conifere cresciuto in questo luogo tra i tre e i due milioni di anni fa, durante il Pliocene, quando il clima era sensibilmente più caldo di quello attuale e la zona era abitata da mammuth e altri grandi mammiferi preistorici. Poco a poco, in tempi che non conosciamo, questa foresta venne sepolta dai sedimenti, in parte perché confinava con una palude o un grande lago e in parte per un lento ma continuo abbassamento del suolo.
Info
Indirizzo Vocabolo Pennicchia, Dunarobba, 05020 Avigliano Umbro, tel. 0744940348, www.forestafossile.it