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Libretto multilingue del dramma in quattro atti che narra l'amore del conte di Luna per Leonora, la quale è però innamorata di Manrico, Il Trovatore.
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LIBRETTO ITALIANO
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
PARTE TERZA
PARTE QUARTA
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETTO ENGLISH
PART ONE
PART TWO
PART THREE
PART FOUR
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETTO DEUTSCH
ERSTER TEIL
ZWEITER TEIL
DRITTER TEIL
VIERTER TEIL
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETO ESPAÑOL
PRIMERO ACTO
SEGUNDO ACTO
TERCERO ACTO
CUARTO ACTO
~ • ~ • ~ • ~
LIVRET FRANÇAIS
PREMIER ACTE
DEUXIÈME ACTE
TROISÈME ACTE
QUATRIÈME ACTE
IL TROVATORE
Opera in quattro parti
musica di Giuseppe Verdi
libretto di Salvadore Cammarano
tratto dal dramma "El Trovador" di Antonio Garcìa Gutiérrez
PERSONAGGI:
IL CONTE DI LUNA (Baritono)
LEONORA Donna di corte (Soprano)
INES Sua confidente (Soprano)
AZUCENA una Zingara (Mezzosoprano)
MANRICO il Trovatore (Tenore)
FERRANDO il Capitano (Basso profondo)
RUIZ (Tenore)
UN VECCHIO ZINGARO (Basso)
UN MESSO (Tenore)
CORO
Compagne di Leonora e Religiose, Familiari del Conte, Uomini d'arme, Zingari e Zingare
Atrio nel palazzo dell'Aliaferia. Da un lato, porta che mette agli appartamenti del Conte di Luna Ferrando e molti Familiari del Conte giacciono presso la porta; alcuni Uomini d'arme passeggiano in fondo.
FERRANDO
ai Familiari vicini ad assopirsi
All'erta, all'erta! Il Conte
N'è d'uopo attender vigilando; ed egli
Talor presso i veroni
Della sua cara, intere
Passa le notti.
FAMILIARI
Gelosia le fiere
Serpi gli avventa in petto!
FERRANDO
Nel Trovator, che dai giardini move
Notturno il canto, d'un rivale a dritto
Ei teme.
FAMILIARI
Dalle gravi
Palpebre il sonno a discacciar, la vera
Storia ci narra di Garzia, germano
Al nostro Conte.
FERRANDO
La dirò: venite intorno a me.
I Familiari eseguiscono
ARMIGERI
accostandosi pur essi
Noi pure...
FAMILIARI
Udite, udite.
Tutti accerchiano Ferrando
FERRANDO
Di due figli vivea padre beato
Il buon Conte di Luna:
Fida nutrice del secondo nato
Dormia presso la cuna.
Sul romper dell'aurora un bel mattino
Ella dischiude i rai;
E chi trova d'accanto a quel bambino?
CORO
Chi?... Favella... Chi mai?
FERRANDO
Abbietta zingara, fosca vegliarda!
Cingeva i simboli di una maliarda!
E sul fanciullo, con viso arcigno,
L'occhio affiggeva torvo, sanguigno!...
D'orror compresa è la nutrice...
Acuto un grido all'aura scioglie;
Ed ecco, in meno che il labbro il dice,
I servi accorrono in quelle soglie;
E fra minacce, urli e percosse
La rea discacciano ch'entrarvi osò.
CORO
Giusto quei petti sdegno commosse;
L'insana vecchia lo provocò.
FERRANDO
Asserì che tirar del fanciullino
L'oroscopo volea...
Bugiarda! Lenta febbre del meschino
La salute struggea!
Coverto di pallor, languido, affranto
Ei tremava la sera.
Il dì traeva in lamentevol pianto...
Ammaliato egli era!
Il Coro inorridisce
La fatucchiera perseguitata
Fu presa, e al rogo fu condannata;
Ma rimaneva la maledetta
Figlia, ministra di ria vendetta!...
Compì quest'empia nefando eccesso!...
Sparve il fanciullo e si rinvenne
Mal spenta brace nel sito istesso
Ov'arsa un giorno la strega venne!...
E d'un bambino... ahimè!... l'ossame
Bruciato a mezzo, fumante ancor!
CORO
Ah scellerata!... oh donna infame!
Del par m'investe odio ed orror!
ALCUNI
E il padre?
FERRANDO
Brevi e tristi giorni visse:
Pure ignoto del cor presentimento
Gli diceva che spento
Non era il figlio; ed, a morir vicino,
Bramò che il signor nostro a lui giurasse
Di non cessar le indagini... ah! fûr vane!...
ARMIGERI
E di colei non s'ebbe
Contezza mai?
FERRANDO
Nulla contezza...
Oh, dato mi fosse
Rintracciarla un dì!...
FAMILIARI
Ma ravvisarla potresti?
FERRANDO
Calcolando gli anni trascorsi... lo potrei.
ARMIGERI
Sarebbe tempo presso la madre
All'inferno spedirla.
FERRANDO
All'inferno? È credenza che dimori
Ancor nel mondo l'anima perduta
Dell'empia strega, e quando il cielo è nero
In varie forme altrui si mostri.
CORO
con terrore
E vero!
ALCUNI
Su l'orlo dei tetti alcun l'ha veduta!
ALTRI
In upupa o strige talora si muta!
ALTRI
In corvo tal'altra; più spesso in civetta!
Sull'alba fuggente al par di saetta.
FERRANDO
Morì di paura un servo del conte,
Che avea della zingara percossa la fronte!
Tutti si pingono di superstizioso terrore
Apparve a costui d'un gufo in sembianza
Nell'alta quiete di tacita stanza!...
Con l'occhio lucente guardava... guardava,
Il cielo attristando d'un urlo feral!
Allor mezzanotte appunto suonava...
Una campana suona improvvisamente a distesa mezzanotte
TUTTI
Ah! sia maledetta la strega infernal!
Gli uomini d'arme accorrono in fondo; i Familiari corrono verso la porta.
Giardini del palazzo.
Sulla destra marmorea scalinata che mette agli appartamenti. La notte è inoltrata; dense nubi coprono la luna.
INES
Che più t'arresti?... l'ora è tarda: vieni.
Di te la regal donna
Chiese, l'udisti.
LEONORA
Un'altra notte ancora
Senza vederlo...
INES
Perigliosa fiamma
Tu nutri!... Oh come, dove
La primiera favilla
In te s'apprese?
LEONORA
Ne' tornei. V'apparve
Bruno le vesti ed il cimier, lo scudo
Bruno e di stemma ignudo,
Sconosciuto guerrier, che dell'agone
Gli onori ottenne... Al vincitor sul crine
Il serto io posi... Civil guerra intanto
Arse... Nol vidi più! come d'aurato
Sogno fuggente imago! ed era volta
Lunga stagion... ma poi...
INES
Che avvenne?
LEONORA
Ascolta.
Tacea la notte placida
e bella in ciel sereno
La luna il viso argenteo
Mostrava lieto e pieno...
Quando suonar per l'aere,
Infino allor sì muto,
Dolci s'udiro e flebili
Gli accordi d'un liuto,
E versi melanconici
Un Trovator cantò.
Versi di prece ed umile
Qual d'uom che prega Iddio
In quella ripeteasi
Un nome... il nome mio!...
Corsi al veron sollecita...
Egli era! egli era desso!...
Gioia provai che agli angeli
Solo è provar concesso!...
Al core, al guardo estatico
La terra un ciel sembrò.
INES
Quanto narrasti di turbamento
M'ha piena l'alma!... Io temo...
LEONORA
Invano!
INES
Dubbio, ma triste presentimento
In me risveglia quest'uomo arcano!
Tenta obliarlo...
LEONORA
Che dici!... oh basti!...
INES
Cedi al consiglio dell'amistà...
Cedi...
LEONORA
Obliarlo! Ah, tu parlasti
Detto, che intendere l'alma non sa.
Di tale amor che dirsi
Mal può dalla parola,
D'amor che intendo io sola,
Il cor s'inebriò! Il mio destino compiersi
Non può che a lui dappresso...
S'io non vivrò per esso,
Per esso io morirò!
INES
(Non debba mai pentirsi
Chi tanto un giomo amò!)
Ascendono agli appartamenti
CONTE
Tace la notte! immersa
Nel sonno, è certo, la regal Signora;
Ma veglia la sua dama...
Oh! Leonora,
Tu desta sei; mel dice,
Da quel verone, tremolante un raggio
Della notturna lampa...
Ah! l'amorosa fiamma
M'arde ogni fibra!...
Ch'io ti vegga è d'uopo,
Che tu m'intenda...
Vengo... A noi supremo
È tal momento...
Cieco d'amore avviasi verso la gradinata. Odonsi gli accordi d'un liuto: egli s'arresta
Il Trovator! Io fremo!
LA VOCE DEL TROVATORE
fra le piante
Deserto sulla terra,
Col rio destino in guerra
E sola spese un cor
Al Trovator!
Ma s'ei quel cor possiede,
Bello di casta fede,
E d'ogni re maggior
Il Trovator!
CONTE
Oh detti!... Oh gelosia!...
Non m'inganno...
Ella scende!
S'avvolge nel suo mantello
LEONORA
correndo verso il Conte
Anima mia!
CONTE
(Che far?)
LEONORA
Più dell'usato
È tarda l'ora; io ne contai gl'istanti
Co' palpiti del core!...
Alfin ti guida
Pietoso amor tra queste braccia...
La voce del Trovatore
Infida!...
La luna mostrasi dai nugoli, e lascia scorgere una persona, di cui la visiera nasconde il volto
LEONORA
Qual voce!... Ah, dalle tenebre
Tratta in errore io fui!
riconoscendo entrambi, e gettandosi ai piedi di Manrico, agitatissima
A te credei rivolgere
L'accento e non a lui...
A te, che l'alma mia
Sol chiede, sol desìa...
Io t'amo, il giuro, io t'amo
D'immenso, eterno amor!
CONTE
Ed osi?
MANRICO
sollevando Leonora
(Ah, più non bramo!)
CONTE
Avvampo di furor!
Se un vil non sei discovriti.
LEONORA
(Ohimè!)
CONTE
Palesa il nome...
LEONORA
sommessamente a Manrico
Deh, per pietà!...
MANRICO
sollevando la visiera dell'elmo
Ravvisami, Manrico io son.
CONTE
Tu!... Come!
Insano temerario!
D'Urgel seguace, a morte
Proscritto, ardisci volgerti
A queste regie porte?
MANRICO
Che tardi?... or via, le guardie
Appella, ed il rivale
Al ferro del carnefice
Consegna.
CONTE
Il tuo fatale istante
Assai più prossimo
È, dissennato! Vieni...
LEONORA
Conte!
CONTE
Al mio sdegno vittima
È d'uopo ch'io ti sveni...
LEONORA
Oh ciel! t'arresta...
CONTE
Seguimi...
MANRICO
Andiam...
LEONORA
(Che mai farò?
Un sol mio grido perdere
Lo puote..) M'odi...
CONTE
No!
Di geloso amor sprezzato
Arde in me tremendo il foco!
Il tuo sangue, o sciagurato,
Ad estinguerlo fia poco!
a Leonora
Dirgli, o folle, - Io t'amo - ardisti!...
Ei più vivere non può...
Un accento proferisti
Che a morir lo condannò!
LEONORA
Un istante almen dia loco
Il tuo sdegno alla ragione...
Io, sol io, di tanto foco
Son, pur troppo, la cagione!
Piombi, ah! piombi il tuo furore
Sulla rea che t'oltraggiò...
Vibra il ferro in questo core,
Che te amar non vuol, né può.
MANRICO
Del superbo vana è l'ira;
Ei cadrà da me trafitto.
Il mortal che amor t'ispira,
Dall'amor fu reso invitto.
al Conte
La tua sorte è già compita...
L'ora ormai per te suonò!
Il suo core e la tua vita
Il destino a me serbò!
I due rivali si allontanano con le spade sguainate; Leonora cade, priva di sentimenti
Un diruto abituro sulle falde di un monte della Biscaglia. Nel fondo, quasi tutto aperto, arde un gran fuoco. I primi albori. Azucena siede presso il fuoco. Manrico le sta disteso accanto sopra una coltrice ed avviluppato nel suo mantello; ha l'elmo ai piedi e fra le mani la spada, su cui figge immobilmente lo sguardo. Una banda di Zingari è sparsa all'interno
ZINGARI
Vedi! Le fosche notturne spoglie
De' cieli sveste l'immensa volta;
Sembra una vedova che alfin si toglie
I bruni panni ond'era involta.
All'opra! all'opra!
Dàgli, martella.
Dànno di piglio ai loro ferri del mestiere; al misurato tempestar dei martelli cadenti sulle incudini, or uomini, or donne, e tutti in un tempo infine intonano la cantilena seguente:
Chi del gitano i giorni abbella?
La zingarella!
UOMINI
alle donne, sostando un poco dal lavoro
Versami un tratto; lena e coraggio
Il corpo e l'anima traggon dal bere.
Le donne mescono ad essi in rozze coppe
TUTTI
Oh guarda, guarda! del sole un raggio
Brilla più vivido nel mio/tuo bicchiere!
All'opra, all'opra...
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