Manuale di Comunicazione Non Verbale - Valentina Pazienza - E-Book

Manuale di Comunicazione Non Verbale E-Book

Valentina Pazienza

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Beschreibung

Il corpo "parla", è un fatto scientifico, e ci sono gesti ed espressioni non verbali molto difficili da controllare, se non si sa come farlo. Conoscere e sfruttare il linguaggio del corpo a proprio vantaggio, può conferire un potere enorme a chi lo fa, in tanti campi della vita di tutti i giorni: lavoro, amore, vita privata.

Studiare la comunicazione non verbale potrà garantirti tanti vantaggi pratici: intanto, capirai al volo chi ti circonda, anche quando mente o non parla; inoltre, non ti farai più  manipolare da chi vuole sfruttare a suo vantaggio il manifestarsi delle tue emozioni.
Grazie a questo libro imparerai cosa è la comunicazione emotiva e, soprattutto, come comunicare efficacemente, in modo pratico e divertente.

È vero, ci sono tanti libri sul linguaggio del corpo, ma nessuno come questo ti spiega le cose in modo facile e diretto, senza giri di parole inutili e senza fuffa inutile. Questa guida, pratica e ricca di esempi, ti farà riflettere e ti farà imparare cose nuove, preziose e sorprendenti, che potrai sfruttare subito, nella vita di tutti i giorni.

Cosa imparerai grazie a questo libro:
. I segreti del linguaggio del corpo
. I segreti della comunicazione emotiva
. I segreti della comunicazione assertiva
. I segreti della comunicazione persuasiva
. I segreti della comunicazione cooperativa
. Come comunicare in modo efficace
. Come esprimersi con il linguaggio del corpo
. Come comprendere il linguaggio del corpo altrui
. Come scoprire le menzogne
. Come parlare in pubblico con il linguaggio del corpo


Per chi è questo libro:
. Persone insicure ed emotive o istintive ed impulsive, che vogliono imparare a controllarsi ed esprimersi in modo efficace;
. Persone comuni, in generale, interessate a migliorare nella comunicazione personale;
. Imprenditori, Manager e Impiegati in attività front-office e back-office;
. Venditori, Rappresentanti e Agenti di Commercio;
. Liberi professionisti in generale , che vogliono migliorare la propria immagine;
. Avvocati
. Politici
. Docenti
. Studenti

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MANUALE DI

COMUNICAZIONE

NON VERBALE

Valentina Pazienza

ATTENZIONE: Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. Le strategie e i consigli riportati in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni personali dell’Autore. La sola lettura del libro non si ritenga garanzia per il raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Tutte le informazioni e i consigli contenuti in questo libro vanno recepiti con senso critico. Pertanto, l’Editore si solleva da qualunque responsabilità nei confronti del lettore e di terzi per eventuali danni, a persone o cose, derivanti da iniziative intraprese a seguito della lettura del testo. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato trattamento medico.

Copyright © 2020 HOW2 Edizioni

Tutti i Diritti Riservati - Vietata qualsiasi duplicazione

Sommario

PREMESSA

1. LA COMUNICAZIONE

1.1. Comunicare, cosa vuol dire?

1.2. Dico ciò che penso, penso ciò che dico?

1.3. Manovre e strategie

1.4. Il silenzio è comunicazione?

I segreti svelati in questo capitolo

2. GLI INDICATORI DELLA COMUNICAZIONE

2.1. Il Contenuto

2.2. Gli aspetti Paralinguistici

2.3. Le espressioni non verbali

2.5. Vediamo un po’ che tipo sei

2.5. Il Contesto

I segreti svelati in questo capitolo

3. QUANDO È IL CORPO A PARLARE

3.1. Un nuovo linguaggio da imparare

3.2. Elementi della comunicazione non verbale

3.3. I gesti universali

3.4. Contraddizioni tra parola e linguaggio corporeo: la menzogna

I segreti svelati in questo capitolo

4. COME PARLARE IL BODY LANGUAGE

4.1. Lo spazio

4.2. Il volto

4.3. Il corpo

4.4. La testa

4.5. Le mani

4.6. Le braccia

4.7. Le gambe

4.8. I piedi

I segreti svelati in questo capitolo

5. UNA BUSSOLA PER ORIENTARSI NEL MARE DELLE EMOZIONI

5.1. La comunicazione emotiva

5.2. Le microespressioni facciali

5.3. Rabbia

5.4. Tristezza

5.5. Paura

5.6. Felicità

5.7. Sorpresa

5.8. Disgusto

5.9. Disprezzo

5.10. Non vedi cosa voglio dirti?

5.11. TEST

I segreti svelati in questo capitolo

6. LEGAMI EMOTIVI

6.1. I rituali di corteggiamento

6.2. Lo specchio dell’amore: quando le espressioni si rispecchiano nella coppia

6.3. I segnali della crisi, se la coppia scoppia

6.4. Quando il corpo parla positivo

I segreti svelati in questo capitolo

7. LA COMUNICAZIONE EFFICACE

7.1. Empatia: comunicare efficacemente entrando in sintonia con se stessi e con gli altri

7.2. La comunicazione assertiva

7.3. La comunicazione persuasiva

7.4. La comunicazione cooperativa

I segreti svelati in questo capitolo

8. COMUNICAZIONE EFFICACE

8.1. Giudizio e pregiudizio

8.2. Strategie e trucchi

8.3. Parlare in pubblico

I segreti svelati in questo capitolo

CONCLUSIONI

 

PREMESSA

“Il 60% di tutte le comunicazioni umane è non verbale: linguaggio del corpo. Il 30% è nel tono. Vale a dire che il 90% di quello che si comunica non esce dalla nostra bocca”

(Alex Hitchens dal film “Hitch”, 2005)

Ingenuamente, si tende a crede che comunicare equivalga a parlare, ma come ci fa ben notare il celebre “Dottor Rimorchio” del film Hitch e, come diversi studi hanno dimostrato, l’elemento costitutivo principale del messaggio comunicativo è rappresentato dalla comunicazione non verbale, che, per l’esattezza, ne ricopre il 55%.

Il professore e sociolinguista inglese Argyle riteneva, in accordo con diversi autori, che la comunicazione non verbale fosse innata, ma affermava anche che fosse in parte soggetta ai processi di socializzazione.

Ma, sebbene gli studiosi abbiano dimostrato che tale peculiarità sia innata nell’essere umano, non è così scontato che la persona presti la dovuta attenzione a questa parte del messaggio comunicativo.

Molti, infatti, sottovalutano l’importanza di leggere con attenzione l’espressione non verbale del messaggio, commettendo, così, un grande errore.

Essere in grado di comprendere e usare in modo appropriato il linguaggio del corpo, infatti, è una dote che rende molto nella vita.

Imparare a cogliere i dettagli di questo linguaggio segreto, sarà come vederci chiaro, in un mondo precedentemente velato da ombre di confusione e ambiguità.

Quando si parla di comunicazione non verbale non si intende, però, solo postura, direzione dello sguardo, mimica e gestualità (cinesica), ma ci si riferisce anche al comportamento spaziale (prossemica), al contatto, all’aspetto fisico e all’abbigliamento indossato (vestemica).

Quando i messaggi espressi con le parole appaiono ambigui o poco comprensibili, si va a caccia di segnali che chiariscano la situazione.

Questi segnali arrivano dal comportamento non verbale, ma se ci troviamo di fronte ad una persona che appartiene a una diversa cultura, dovremo tenere conto del fatto che tale forma di comunicazione è regolata da norme culturali diverse, che cambiano per ogni civiltà, attraverso “codici” differenti.

La modalità e il tipo di gesto prodotto, infatti, sono saldamente legati alla cultura di un popolo, dalla cui storia nascono differenti forme di gesti simbolici e loro relativi significati.

Dunque, se un sorriso in Italia ci indica felicità, disponibilità e consenso, in Cina potrà essere indice di preoccupazione, imbarazzo o il mezzo per sfuggire a una domanda.

Ecco perché è facile offendere o offendersi, non capire o fraintendere quando si è nel bel mezzo di una comunicazione interculturale.

Secondo lo psicologo statunitense Paul Ekman, però, le emozioni di base sono universali, in quanto hanno un’origine biologica (teoria neuroculturale), quindi, le corrispondenti espressioni facciali legate alle emozioni di base sono universali, anche se il controllo che a volte viene posto sulle espressioni stesse, sembra essere regolato dalle norme sociali apprese (ad esempio attraverso l’educazione), in quanto è differente il modo di controllarle e le circostanze in cui lo si fa.

È proprio attraverso il linguaggio del corpo che il nostro subconscio trasmette accettazione o rifiuto; ciò spiega come la prima impressione condizioni facilmente il nostro giudizio su chi incontriamo.

Pare che il comportamento non verbale sia quello che abbia la massima influenza sulle persone che incontriamo, fino a influenzarne l’interazione per circa il 97%.

Approfondire la tua conoscenza sul linguaggio del corpo, dunque, ti renderà abile nel gestire e controllare l’interazione con gli altri, anticipare le loro parole, esprimere affetto, comunicare e comprendere emozioni e stati d’animo; ti renderà più credibile, ti aiuterà a dare correttamente informazioni su te stesso o coglierne sugli altri, e tanto altro ancora.

Ma basta chiacchiere, iniziamo questo viaggio tra i segreti nascosti nel linguaggio del corpo!

1. LA COMUNICAZIONE

1.1. Comunicare, cosa vuol dire?

Per prima cosa, è necessario capire di cosa stiamo parlando e, allora, partiamo dal principio e vediamo di capirci qualcosa.

Iniziamo con il termine comunicare, dal latino communicare, ovvero mettere in comune, scambiarsi informazioni.

Ogni giorno, comunichiamo qualcosa a qualcuno, lo facciamo in modo automatico e spontaneo, è nella nostra natura, anche se a volte ci esprimiamo in modo poco efficace.

Lo facciamo in maniera consapevole, attraverso le parole, e più o meno inconsapevole, attraverso il linguaggio del corpo, che è il nostro sistema di comunicazione non verbale.

Ma cosa vuol dire, davvero, comunicare e cos’è la comunicazione?

Gli studi più recenti hanno reso difficile semplificare la nozione di comunicazione definendola quale unico fenomeno; ma possiamo provare a chiarire il concetto descrivendola, piuttosto, come un atto composito, che richiede l’interazione del sistema gestuale, linguistico e comportamentale.

Metaforicamente, possiamo immaginare il processo di comunicazione (Shannon e Weaver, 1949, Fig.1) come un treno che viaggia su un binario che segue una traiettoria circolare, ma a determinarne il percorso sono le intenzioni comunicative degli interlocutori.

Fig.1. Modello matematico della comunicazione di Shannon e Weaver

I canali su cui si muove la comunicazione sono, fondamentalmente, tre:

1. VERBALE, cioè, ciò che viene detto attraverso le parole e che ci arriva in modo immediato; si struttura secondo regole grammaticali e media tra la realtà sociale e la cognizione (Semin e Fiedler, 1988).

Attraverso questo canale viene espresso solo il 7% del messaggio che si vuole trasmettere.

2. PARAVERBALE (o paralinguistico), ovvero la voce, il modo in cui esprimiamo il messaggio e comprende il tono, il timbro, la velocità, l’inflessione e il volume, che vengono percepiti ad un differente livello di coscienza e ricoprono il 38% del messaggio.

3. NON VERBALE, ovvero il corpo (la gestualità, la postura, la mimica, l’aspetto estetico e la posizione nello spazio).

Integra ciò che viene espresso attraverso il canale verbale, rap-presenta uno stile comunicativo personale e varia in base ad aspetti culturali, tranne nell’espressione delle emozioni di base.

Attraverso il linguaggio non verbale, che costituisce il 55% del messaggio, è possibile:

a) ridurre le ambiguità del linguaggio;

b) chiarire di che tipo è la relazione che c’è tra gli

interlocutori;

c) dare dettagli informativi sullo stato emozionale.

Facciamo un esempio:

Laura vuole che suo figlio Andrea spenga la tv, si alzi dal divano e vada subito a fare i compiti.

Con questa intenzione va da Andrea e gli dice “Spegni subito la tv e corri a fare i compiti!”; ovviamente il bambino fa il finto tonto e risponde “sì, fra un po'!”, ma la madre, infastidita, si impettisce, mette le mani in vita, serra le labbra, abbassa e aggrotta le sopracciglia verso il centro (55%, linguaggio non verbale); poi, alzando il tono della voce (38%, linguaggio paraverbale), insiste: “Ora!!” (7%, linguaggio verbale).

A quel punto direi che il messaggio è chiaro: la mamma si sta proprio arrabbiando, quindi Andrea corre a fare i compiti.

Come hai potuto vedere in questo esempio, il canale verbale trasmette il “cosa” di una comunicazione, mentre quelli paraverbale e non verbale si riferiscono al “come”.

Facciamo ancora un altro esempio:

Immagina di entrare in un taxi insieme ad un estraneo.

Rimanete entrambi in silenzio, uno guarda fuori, l’altro il cellulare.

Apparentemente, non vi è nessuna comunicazione in atto, ma non è così: quel silenzio, infatti, rappresenta comunque una forma comunicativa, attraverso cui ognuno dei due “dice” qualcosa di sé all’altro.

Possiamo, quindi, dire che, obiettivamente, non è possibile non comunicare (primo assioma della comunicazione, Watzlawick, 1967).

Ma non solo; la comunicazione è anche caratterizzata da un aspetto che, in Psicologia, viene descritto con il termine di metacomunicazione.

Questo si pone, però, su un altro livello e ha la funzione di trasmette due componenti:

. una è indice di contenuto e descrive il “cosa” si sta comunicando, ad esempio “prendi una penna”;

. l’altra è relativa ad aspetti di relazione e descrive il tipo di relazione che c’è o si vuole instaurare con l’altro interlocutore.

Tornando all’esempio di Laura e Andrea, in base al tono usato possiamo capire qual è la relazione che intercorre tra gli interlocutori, i loro ruoli e posizioni sociali.

Un altro elemento molto importante che ci è di grande aiuto per comprendere il significato che si dà alla comunicazione e alla relazione con l’interlocutore è la punteggiatura; questa, infatti, si modifica in base al punto di vista che gli interlocutori usano durante l’interazione.

Come abbiamo già in parte visto, possiamo distinguere più tipi di comunicazione; se, infatti, guardiamo al tipo di canale utilizzato, possiamo identificare quella analogica e quella digitale.

Aiutiamoci ancora con un esempio.

Se Angelica è felice della proposta che le ha fatto Filippo e gli risponde semplicemente con un sorriso, ci troviamo di fronte ad una comunicazione di tipo analogico; se, invece, Angelica esprime la sua felicità attraverso le parole “Sì, che bello, ne sarei felice!” la comunicazione sarà definita digitale, perché avviene attraverso il canale verbale.

E ancora, se Angelica e Filippo ritengono di essere sullo stesso piano sociale e affettivo, lo scambio comunicativo sarà simmetrico; se, invece, uno dei due è considerato (da entrambi) ad un livello superiore o inferiore sarà complementare.

Per imparare a comunicare efficacemente, dunque, è necessario non solo prestare più attenzione a ciò che si dice, ma anche a come lo si dice, ai gesti che si fanno, al tono che si usa e questo non vale solo per l’altro, ma anche per se stessi.

Troppo spesso, infatti, durante una interazione si è concentrati maggiormente su ciò che si vuole dire, ci si lascia distrarre dal telefono e non si ascolta adeguatamente l’altro.

È, invece, importante ascoltare con attenzione ciò che ci viene detto e ancor di più lo è osservare accuratamente l’altro.

Saper ascoltare è una dote molto importante nella comunicazione

Per capire meglio di cosa parlo prova a fare questo esercizio: la prossima volta che ti trovi a conversare con qualcuno, cerca di focalizzare la tua attenzione su più elementi; ascolta quello che dice e compara il linguaggio non verbale con le parole che ti vengono dette.

Prova ad osservare l’altro: il modo in cui si muove, ti guarda, si avvicina può, infatti, dirti molto di più di quello che davvero pensa.

Quando hai imparato a cogliere questi dettagli, prova a fare lo stesso su di te: cerca di notare come ti muovi, che postura assumi e con che tono ti rivolgi agli altri.

Nota le differenze del modo in cui ti poni con le diverse persone. Ti apparirà tutto più chiaro!