I predoni del Sahara - Emilio Salgari - E-Book

I predoni del Sahara E-Book

Emilio Salgari

0,0
0,89 €

oder
-100%
Sammeln Sie Punkte in unserem Gutscheinprogramm und kaufen Sie E-Books und Hörbücher mit bis zu 100% Rabatt.
Mehr erfahren.
Beschreibung

I predoni del Sahara è un romanzo d'avventura di Emilio Salgari. In questo libro, pubblicato nel 1903, l'autore narra una delle avventure più audaci dell'epoca: l'attraversata del Sahara a dorso di cammello.Le vicende sono racchiuse all'interno di un gruppo di romanzi che si svolgono nella stessa ambientazione africana, noto appunto come appunto "Avventure africane". I romanzi non vogliono essere collegati da personaggi o trama, ma legati tra loro dai meravigliosi e terribili paesaggi africani. Una traversata del Sahara da Tafilelt nel Marocco (città scomparsa ma che ha lasciato una sua traccia nella regione odierna Meknès-Tafilalet) a "Tombuctu" (odierna Timbuctù) nel Sudan meridionale, a dorso di cammello, è un'impresa rischiosa, quasi disperata: il sole implacabile, la mancanza d'acqua, gli scherzi della Fata Morgana, le belve, il simun che scatena le terribili tempeste di sabbia, la minaccia continua di venire assaliti dagli avidi e crudeli Tuareg sarebbero motivi sufficienti a scoraggiare chiunque, ma non certo il signor di Sartena.

Das E-Book können Sie in Legimi-Apps oder einer beliebigen App lesen, die das folgende Format unterstützen:

EPUB
Bewertungen
0,0
0
0
0
0
0
Mehr Informationen
Mehr Informationen
Legimi prüft nicht, ob Rezensionen von Nutzern stammen, die den betreffenden Titel tatsächlich gekauft oder gelesen/gehört haben. Wir entfernen aber gefälschte Rezensionen.



Emilio Salgari

I predoni del Sahara

Emilio Salgari
I PREDONI DEL SAHARA
Wikibook
ISBN 978-88-3295-025-0
edizione digitale
Maggio 2017
www.wikibook.it
ISBN: 978-88-3295-025-0
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Writehttp://write.streetlib.com

Indice

I PREDONI DEL SAHARA

Capitolo 1-10

Capitolo 11-20

Capitolo 21-30

Capitolo 31-37

​Conclusione

I PREDONI DEL SAHARA

Emilio Salgari

Capitolo 1-10

1 - I fanatici marocchini

Il Ramadan, la quaresima dei mussulmani, che dura solamente trenta giorni invece di quaranta, stava per finire anche a Tafilelt, città perduta ai confini meridionali dell'impero marocchino, dinanzi all'immenso mare di sabbia, al Sahara.

In attesa del colpo di cannone che segnalava la fine del digiuno, dopo di che cominciava l'orgia notturna, la popolazione si era riversata nelle vie e nelle piazze per ammirare i santoni e i fanatici.

Si sono modificate ed un pò ingentilite la Turchia e l'Egitto; la Tripolitania e l'Algeria hanno molto perduto del loro selvaggio zelo religioso, ma il Marocco, al pari dell'Arabia, la culla dell'Islam, si è mantenuto tal quale era cinquecento o mille anni fa.

Non v'è festa religiosa che passi senza scene ributtanti di sangue. Sia nel Maharem, che si celebra al

principio dell'anno, sia nel Ramadan o nel grande o piccolo Beiram, gli affigliati delle diverse sette religiose, per guadagnarsi il paradiso, si abbandonano ad eccessi che talvolta fanno fremere.

In preda ad una esaltazione che rasenta la pazzia, corrono per le vie armati di pugnali, di spilloni e di scimitarre e si straziano orrendamente le carni, gettando il sangue sul volto dei loro ammiratori ed invocando senza posa Maometto.

Non è raro anche il caso che dopo una corsa furiosa raggiungano i bastioni e si gettino nel vuoto sfracellandosi sulle pietre dei sottostanti fossati.

Tafilelt, al pari di tutte le altre città del Marocco, aveva i suoi santoni ed i suoi fanatici, che attendevano la fine del Ramadan per dar prove del loro zelo religioso e guadagnarsi il famoso paradiso di Maometto.

Un fracasso assordante di tamburelli e di urla, che pare non abbiano più nulla di umano, li annuncia.

Hanno già lasciata la moschea e stanno per cominciare la loro corsa sanguinosa attraverso le vie.

I pochi europei che abitano la città, trafficando colle carovane del deserto, fuggono da tutte le parti, mentre gli ebrei si barricano, tremanti di spavento, nelle loro case, mettendosi a guardia dei loro forzieri colmi d'oro.

Gli uni e gli altri sono in pericolo. Se l'europeo è un infedele, l'ebreo è un cane, che qualunque fanatico può percuotere impunemente e anche uccidere.

I primi sono forse temuti; i secondi no perché non hanno consoli che li proteggano.

All'estremità della via, montato su un bianco cavallo, compare il mukkadem, capo degli hamduca, una setta religiosa che fornisce in ogni festa un bel numero di vittime.

È avvolto maestosamente in un ampio caic candidissimo e fa volteggiare sopra il suo immenso turbante lo stendardo verde del Profeta colla sua luna d'argento. Intorno a lui, urlano e saltano o girano vorticosamente, come i dervissaltatori della Turchia, una ventina di aisaua, appartenenti alla setta degli incantatori di serpenti.

Sono quasi nudi, non avendo che un turbante in testa e un pezzo di tela legato ai fianchi.

Mentre alcuni battono i tamburelli e cavano dai loro flauti note acute e stridenti, altri fanno guizzare in aria, invocando a piena gola il loro santo patrono, serpenti pericolosissimi, dal morso mortale.

Ma gli aisaua non li temono; essi sono immuni dal veleno perché sono devoti al santone. Scherzano coi rettili, li irritano, poi li stringono coi denti, ne masticano con una sensualità da cannibali le code, e finiscono per trangugiarli come fossero semplici anguille!... E non muoiono.

Il perché non si avvelenino è un mistero che nessuno è mai riuscito a spiegare. Eppure basta un morso di quei rettili per fulminare un pollo, un cane, un montone e mandare all'altro mondo un uomo che non appartenga alla setta.

Ma ecco i fanatici, i santoni. Sono una cinquantina e tutti in preda ad un vero furore religioso: appartengono tutti alla setta degli hamandukas, la più fanatica di quante ne esistono nel Marocco.

Hanno gli sguardi torvi, i lineamenti alterati, la schiuma alla bocca ed il corpo già imbrattato di sangue.

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!